È l'alba... ricevuta la chiamata di allertamento con relativa attivazione della squadra, si procede in direzione Bova Marina in attesa di conoscere lo scenario di operatività.
Intanto per rendere realistico lo scenario esercitativo, si è scelto di prendere a riferimento il terremoto che si è verificato il 16 gennaio 1975 nell’area dello Stretto di Messina, per il quale, essendo un evento recente, sono disponibili sia parametri epicentrali strumentali sia indicazioni macrosismiche attendibili.
Questo evento ebbe una magnitudo oscillante tra un valore strumentale di ML=4.7 ed uno equivalente di Mw =5.3. L’epicentro strumentale fu individuato a circa 5 km dalla costa, nell’entroterra di Reggio Calabria, mentre quello macrosismico coincise con il capoluogo calabrese. La profondità fu stimata a 20 km. Le località che nel 1975 riportarono danni furono complessivamente una novantina, di cui 30 (10 comuni sulla costa siciliana e 20 comuni nell’area di Reggio Calabria) con lesioni gravi pari al 25%-50% delle abitazioni e circa il 10% di crolli. Sul territorio, a seguito del terremoto, si verificarono diverse frane che provocarono interruzioni delle strade provinciali.
Per l’esercitazione “Sisma dello Stretto 2022” si è scelto di riprodurre lo stesso terremoto del 1975 con una magnitudo locale innalzata a ML = 6 (a cui corrisponde una magnitudo momento Mw = 6.2), per simulare anche l’innesco di effetti ambientali a terra come frane e liquefazioni ed eventi di maremoto, a seguito di frane sottomarine. In considerazione dell’incremento della magnitudo, il quadro degli effetti macrosismici, e quindi di danneggiamento, simulati con l’applicativo SIGE del Dipartimento della Protezione Civile, è cresciuto notevolmente.
Il Sistema informativo per la gestione dell'emergenza fornisce un quadro territoriale dell’area colpita e consente di calcolare le perdite con una risoluzione a scala municipale per i comuni entro i 50 chilometri dall’epicentro.
Sulla base delle simulazioni effettuate nell’ambito del Sistema di Allertamento Nazionale per i Maremoti dall’Ingv, il potenziale evento di tsunami generato dal sisma comporterebbe la diramazione del livello di allerta Arancione, a indicare che le coste di quelle regioni potrebbero essere colpite da onde di maremoto con un’altezza inferiore a 0,5 metri e/o con un run up inferiore a 1 metro (per run up si intende la massima quota topografica raggiunta dall’onda di maremoto durante la sua ingressione rispetto al livello medio del mare). Le zone costiere da evacuare preventivamente sono definite nelle mappe di inondazione elaborate da ISPRA, in cui al livello di allerta Arancione è associata la “zona di allertamento 1”.